Utilizzo della scala di Elger per l’osservazione e il disegno lunare

PREMESSA

 

L’osservazione visuale, oltre ad essere un presupposto fondamentale per il disegno lunare, consente, con un approccio accurato, di valutare le differenze di albedo sulla superficie lunare. Ricordiamo che l’albedo di una superficie è il rapporto tra la quantità di luce riflessa e quella ricevuta. L’osservazione visuale può essere condotta in luce integrale o con l’ausilio di appositi filtri.

FIG.1 – Disegno del cratere lunare Resnik, realizzato da Bettina Forget, artista e ricercatrice presso l’Università Concordia di Montreal. Il cratere prende il nome da Judith Resnik, un’astronauta deceduta nel disastro dello Space Shuttle Challenger del 1986. Credito: Bettina Forget.

LA FOTOMETRIA VISUALE TRAMITE LA SCALA DI ELGER

 

La fotometria visuale, basata sulla scala di Elger, rappresenta una valutazione soggettiva suscettibile di errori. Tuttavia, analisi statistiche adeguate possono fornire valori significativi, soprattutto con un elevato numero di stime. La scala di Elger, composta da 10 gradi da ombra totale (0) a luminosità massima di Aristarcus (10), offre riferimenti standard per valutare la luminosità delle formazioni lunari.

La fotometria visuale può essere migliorata mediante l’uso di una scala di grigi personale, tarata in base alla scala di Elger. Tracciando un grafico comparativo tra la scala personale e quella standard di Elger, è possibile ottenere una relazione che correla i valori di luminosità. Tuttavia, è importante considerare il seeing, lo strumento e l’ingrandimento utilizzati, poiché possono influenzare le variazioni.

Per tarare la scala di grigi, si possono utilizzare crateri elencati nella scala di Elger. Confrontando le informazioni con la scala di Elger, è possibile ottenere una sequenza di punti che mette in relazione i propri valori con quelli standardizzati. L’interpolazione grafica aiuta a stabilire una retta che meglio rappresenta i dati.

Questa metodologia richiede precisione, e l’utilizzo di programmi grafici moderni può semplificare il processo. Una volta standardizzata la scala, mantenendo gli stessi ingrandimenti, è possibile attribuire valori autentici della scala di Elger alla propria scala di grigi.

Valore Numerico Formazione lunari da usare come esempio
0.0 Ombre Nere
1.0 Parti più scure di Grimaldi, Riccioli
1.5 Interni di Billy, Boscovich, Zupus
2.0 Pavimenti di Endymion, LeMonnier, Giulio Cesare, Cruger, Fournier
2.5 Interni di Azout, Vitruvius, Pitatus, Hippalus, Marius
3.0 Interni di Taruntius, Plinius, Teofilo, Parrot, Flamsteed, Mercator
3.5 Interni di Hansen, Archimede, Mersenius
4.0 Interni di Manilius, Tolomeo, Guericke
4.5 Superficie intorno ad Aristillus e Sinus Medii
5.0 Pareti di Arago, Lansberg, Bullialdus; superfici intorno a Kepler e Aristarchus
5.5 Pareti di Picard e Timocaride; raggi di Copernico
6.0 Pareti di Macrobius, Kant, Bessel, Mösting, Flamsteed
6.5 Pareti di Langrenus, Thaetetus e LaHire
7.0 Teone, Ariadeo, Bode B, Kepler, Wichmann
7.5 Ukert, Hortensius, Euclides
8.0 Pareti di Godin, Bode, Copernico
8.5 Pareti di Proclo, Bode A, Ipparco C
9.0 Censorino, Dionisio, Mösting A, Mersenius B e C
9.5 Interno di Aristarchus e LaPyrouse
10.0 Picco centrale di Aristarchus

Alcuni suggerimenti pratici possono ridurre le possibilità di errori. Ad esempio, confrontando formazioni in ordine di luminosità e individuando una formazione a un gradino intermedio, è possibile assegnare valori agli altri. Il confronto con siti di albedo noto aiuta a ottenere il valore di albedo appropriato.

È fondamentale ricordare che la luminosità di una formazione varia con la fase lunare e l’altezza del sole. Inoltre, la luminosità di una formazione nella scala di Elger va intesa come un valore medio. Le stime di luminosità dovrebbero essere eseguite durante tutte le fasi lunari per monitorare accuratamente la formazione e avere dati di confronto.

In conclusione, l’osservatore deve fare affidamento su buon senso ed esperienza, valutando anche l’utilizzo della memoria, soprattutto nelle prime fasi lunari, per individuare riferimenti. Durante l’analisi dei dati, è opportuno fornire stime di luminosità su diverse aree lunari di riferimento per una valutazione più completa.

Piergiovanni Salimbeni è un giornalista iscritto all'ordine professionale dei giornalisti della Lombardia. Appassionato di Geologia lunare e osservazione lunare sin dagli anni Novanta è stato Coordinatore del Geological Lunar Researches Group e Responsabile della Allerta TLP ( Transient Lunar Phenomena) per la BAA. Attualmente è direttore de "La Rivista della Luna" e tester di ottiche astronomiche e naturalistiche sugli altri siti di sua proprietà www.binomania.it e www.termicienotturni.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *