Il periodo Copernicano

DEFINIZIONE

Il periodo Copernicano, che si estende approssimativamente da 1,1 miliardi di anni fa fino ai giorni attuali, rivela chiaramente che una serie di forze distensive ha contribuito a creare faglie, graben e valli tettoniche, possibilmente mantenendo aperti condotti magmatici tra la crosta e il mantello. Successivamente, è plausibile ipotizzare che l’intensità delle sorgenti di energia, derivante da impatti di corpi celesti o decadimento di elementi radioattivi, abbia diminuito nel tempo, innescando un lento processo di raffreddamento e rendendo più rari i fenomeni di fratturazione della crosta.

 

Circa un miliardo di anni fa, si è quindi avviato l’ultimo periodo lunare, protrattosi fino ai giorni attuali, caratterizzato dall’assenza di attività vulcanica e dalla formazione dei crateri più recenti, tra cui Copernicus, Aristarchus e Tycho. Quest’ultimo, si stima, si sia formato approssimativamente 100 milioni di anni fa.

Nel corso del periodo Copernicano, la Luna ha sperimentato significativi cambiamenti geologici, con processi tettonici che hanno plasmato la sua superficie. Le faglie e i graben sono indicativi di un’attività tettonica passata, mentre l’assenza di vulcanismo indica un progressivo raffreddamento della Luna nel corso dei millenni. L’identificazione e lo studio di crateri come Copernicus, Aristarchus e Tycho forniscono preziose informazioni sulla storia geologica e l’evoluzione della Luna nel periodo Copernicano. Il cratere Copernicus, in particolare, rappresenta un esempio di impatto significativo avvenuto durante questo periodo, con il suo sistema di raggi luminosi che lo rende facilmente riconoscibile sulla superficie lunare.

FIG.1 – Illustrazione del XIX secolo del cratere Copernicus sulla Luna, “uno dei più grandi monti anulari della Luna, vicino ai Carpazi”. L’interpretazione di queste caratteristiche lunari era molto diversa rispetto alla nostra comprensione attuale; all’epoca venivano considerate di origine vulcanica. “Tutta la crosta del nostro satellite è perforata da crateri che indicano una serie innumerevole di eruzioni vulcaniche.” Le prove raccolte durante il Progetto Apollo e dalle sonde spaziali dello stesso periodo hanno dimostrato conclusivamente che l’impatto meteorico, o l’impatto di asteroidi per i crateri più grandi, è stato l’origine di quasi tutti i crateri lunari, e per estensione, della maggior parte dei crateri su altri corpi celesti. Da un’illustrazione di J Nasmyth, riprodotta in ‘The Heavens’ di Amedee Guillemin, Publ. Richard Bentley, 1878.

LA STRATIFICAZIONE COPERNICANA

La stratificazione copernicana rappresenta le unità stratigrafiche più giovani nella storia evolutiva della Luna. Sebbene siano stati formati solo pochi crateri d’impatto nel Periodo Copernicano, i relativi strati copernicani sono globali e di grande importanza. La maggior parte degli studiosi ritiene generalmente che nel Periodo Copernicano non vi siano stati fenomeni di magmatismo e di attività tettonica. Attraverso lo studio della mappatura geologica degli strati copernicani della Luna, è emerso che il modello di radiazione dei crateri nelle Alte Terre è relativamente migliore rispetto a quello dell’area dei mari. Questo potrebbe essere dovuto alle differenze nella natura delle rocce sulle “highlands” e nei mari, alle caratteristiche dimensionali, energetiche e materiali degli oggetti di piccole dimensioni e agli angoli di impatto, e così via.

FIG.2 – Una splendida immagine del LOR relativa al cratere Copernico

DATAZIONE DEL PERIODO COPERNICANO RISPETTO ALLE ALTRE ERE

La storia geologica della Luna è suddivisa in diversi periodi, ognuno caratterizzato da specifiche attività e processi geologici. Oltre a quello Copernicano sono stati classificati i seguenti periodi

 

L’Eratostheniano, che va da circa 1.1 a 3.2 miliardi di anni fa, è stato il periodo più lungo nella storia lunare. Durante questa era, il vulcanismo tardo ha riempito le regioni depresse attorno a Mare Imbrium e Oceanus Procellarum. I depositi di lava mariana hanno sepolto i crateri e i loro detriti secondari, indicando un’attività vulcanica significativa.

Il periodo dell’Imbriano Superiore, compreso tra circa 3.2 e 3.75 miliardi di anni fa, è stato caratterizzato dalla formazione della maggior parte delle maria che osserviamo attualmente sulla Luna. Durante questo periodo, il riscaldamento radioattivo sembra essere stato particolarmente intenso.

Il periodo dell’Imbriano Inferiore, che va da circa 3.75 a 3.85 miliardi di anni fa, è stato segnato dalla formazione dei bacini lunari, in particolare il bacino Imbrium e il bacino Orientale. Questi eventi rappresentano importanti limiti stratigrafici tra la Luna antica, fortemente craterizzata, e quella più recente, dominata dai flussi di lava e con una riduzione significativa nella formazione di crateri d’impatto.

Il periodo Nectariano, che va da circa 3.85 a 3.92 miliardi di anni fa, prende il nome dal bacino di impatto che contiene la relativamente piccola Mare Nectaris. Durante questo periodo si sono formati diversi bacini a più anelli, tutti fortemente degradati dagli impatti.

Infine, il periodo Pre-Nectariano, che va da circa 3.92 a 4.5 miliardi di anni fa, è caratterizzato da un’intensa attività craterica associata all’accrescimento della Luna attraverso collisioni mutuali di numerosi corpi più piccoli. Gli impatti in questo periodo hanno lasciato crateri molto antichi e difficili da riconoscere sulla superficie lunare.

Piergiovanni Salimbeni è un giornalista iscritto all'ordine professionale dei giornalisti della Lombardia. Appassionato di Geologia lunare e osservazione lunare sin dagli anni Novanta è stato Coordinatore del Geological Lunar Researches Group e Responsabile della Allerta TLP ( Transient Lunar Phenomena) per la BAA. Attualmente è direttore de "La Rivista della Luna" e tester di ottiche astronomiche e naturalistiche sugli altri siti di sua proprietà www.binomania.it e www.termicienotturni.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *